VOCE
La proposta
23.01.2022 - 19:00
Paolo Lattanzio, parlamentare Pd
"Dobbiamo sforzarci, politicamente, di guardare e progettare una scuola che vada oltre l’emergenza". Paolo Lattanzio, capogruppo del Pd in Commissione Infanzia alla Camera, non ha dubbi: oltre la Dad, oltre l’emergenza, è arrivato il momento di pensare a veri e propri “ristori educativi”. E lancia la propria proposta con un intervento pubblicato su “Vita”.
“I dati su Dad e contagi diffusi dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in Commissione Cultura alla Camera, ci dimostrano quanto sia stato importante battersi per tenere la scuola aperta. Può apparire scontato, invece si è trattato di un posizionamento coraggioso, che abbiamo portato avanti nella convinzione che fosse serio approcciare l’emergenza sanitaria mettendo al centro il diritto allo studio e provando a dare risposte concrete a chi, come giovani e bambini, rischiano non solo di pagare psicologicamente le chiusure ma di accumulare gap educativi e di apprendimento importanti”. Temi caldi, che anche a livello locale sono stati messi al centro del confronto da presidi ed insegnanti.
“La scuola in presenza - spiega Lattanzio - serve per contrastare le disuguaglianze, così come il supporto psicologico per studenti, docenti e famiglie sono battaglie politiche e di civiltà che da due anni porto avanti in Parlamento... E’ ovvio che ciò che abbiamo fatto ancora non basta: nessun bambino, bambina o adolescente in dad può renderci sereni, o lasciarci indifferenti. Per ognuno di loro dobbiamo vigilare, intervenire, accorciare i tempi di distanza dal gruppo classe e dai banchi e curare le fasi di distacco forzato a causa dei contagi. Per questo ho presentato un emendamento con una richiesta di semplificazione delle procedure di quarantena per i minori. Come ogni genitore sa, si rischia a volte di rimanere intrappolati con minori guariti o completamente vaccinati ma in quarantena o altre difficoltà burocratiche che rischiano di bloccare intere famiglie e tenere i bambini lontani dalla scuola. In aggiunta a ciò il Pd chiederà di fare due cose molto semplici: stanziare dei fondi per la consegna gratuita nelle classi di mascherine Ffp2, ed istituire una commissione tecnica per certificare gli standard qualitativi dell’areazione degli istituti, al fine di spendere al meglio i fondi già stanziati ed eventualmente aggiungerne di nuovi”.
“Non possiamo ignorare, però, che c’è dell’altro oltre alla basilare questione della tutela della salute: la pandemia ha enormemente impattato sull’equilibrio psicofisico dei giovani e dei minori e sull'impoverimento, sostanziale e culturale, di numerose famiglie, evidenziando le fragilità storiche del nostro sistema di welfare. Dobbiamo sforzarci, politicamente, di guardare e progettare una scuola che vada oltre la contingenza emergenziale. Per questo non possiamo che essere d’accordo sulla necessità di attivare ristori educativi. Non c’è dubbio che la Dad, per quanto svolta con dedizione da alcuni professori, comporti perdite educative, culturali e soprattutto sociali e relazionali, mettendo in forte difficoltà i ragazzi che si trovano ad affrontare una doppia mancanza: apprendimento e comunità. Le forme di questo ristoro educativo a cui pensiamo non prevedono denaro ma attività culturali, sportive e di sostegno allo studio e psicologico gratuite: opportunità educative e di arricchimento che che mirano a colmare i gap educativi e sociali che si creano quando le classi vengono messe in Dad... Tutto ciò, va da sé, procedendo spediti con la vaccinazione sui minori, sicura e indispensabile per una uscita definitiva dal tunnel. Come dico da tempo, la sfida per colmare i danni causati dalla pandemia e quella per tutelare l’infanzia lottando contro la povertà educativa, devono andare di pari passo se il Paese vuole realmente costruire un futuro meno diseguale”.
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