VOCE
L'ALLARME
26.05.2022 - 13:49
Primo caso di vaiolo delle scimmie diagnosticato in Veneto, a Verona, come hanno confermato gli esami di laboratorio dell'ospedale di Negrar. Ne dà notizia il quotidiano Il Mattino di Padova.
"Il paziente - spiega il bollettino - è attualmente in condizioni stazionarie e si trova nella propria abitazione, in Lombardia, e viene valutato periodicamente, tramite Telemedicina dai medici infettivologi dell'Azienda ospedaliera di Verona".
“Siamo soddisfatti della rapida diagnosi che dimostra come il sistema di allerta clinico infettivologico dell’Azienda funzioni perfettamente. Ritengo che questo caso non debba destare preoccupazione perché il sistema ospedaliero è in grado, anche grazie alla terribile esperienza della pandemia Covid, di rispondere rapidamente a questa tipologia di infezioni. Sono state inoltre inviate, come di consueto, le dovute segnalazioni alle Autorità competenti regionali e nazionali” afferma il Direttore Generale dell’Azienda Callisto Marco Bravi.
“E’ importante inoltre sottolineare – aggiunge Evelina Tacconelli, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive - come per il vaiolo delle scimmie è già a disposizione un vaccino e una terapia per via orale. A marzo Aifa ha infatti approvato il Tecorivimat, farmaco antivirale in compresse, con questa specifica indicazione. Non sono ancora disponibili linee guida specifiche, ma è verosimile che il trattamento venga inizialmente riservato a soggetti immunocompromessi o con patologie concomitanti gravi a rischio di una evoluzione del vaiolo grave” .
Appare comunque da escludersi, assicurano gli esperti, una pandemia come quella vissuta per il coronavirus. "La situazione è decisamente sotto controllo, questo virus è completamente diverso dal Sars-Cov-2, a partire dal fatto che non si trasmette per via aerea, e per questo motivo è molto improbabile che si crei una pandemia analoga a quella da Covid".
"Deve essere chiara la definizione di contatto stretto - ha proseguito il Sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri - perché negli ultimi anni siamo stati abituati a pensare ai contatti stretti in relazione al Covid, ma con il vaiolo delle scimmie è completamente diverso. In questo caso, si parla di contatto stretto quando avviene uno scambio di fluidi o secrezioni corporee, come durante i rapporti sessuali".
Il vaiolo delle scimmie è una patologia nota dal 1970, "di cui conosciamo i sintomi e la cui diffusione tende ad autolimitarsi, proprio per la natura stessa della patologia. Non c'è motivo di allarmarsi eccessivamente : a oggi in Italia vi sono otto casi confermati", conclude Sileri.
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