VOCE
VENETO
18.04.2024 - 08:50
L'odore dell'erba, il rumore del pallone che si gonfia, l'adrenalina che sale prima del fischio d'inizio. Questi sono i suoni e i profumi che Alessandro Pighi, 33 anni, di Cavaion Veronese, ha sempre amato. Ma la sua storia non è quella di un calciatore qualunque. Alessandro ha perso un braccio in un incidente sul lavoro nel 2014, ma non ha mai smesso di amare e giocare a calcio. E domenica scorsa, ha compiuto un'impresa che ha commosso tutti: è sceso in campo come portiere, nonostante la sua disabilità, e non ha subito nemmeno un gol.
Alessandro Pighi è un esempio di coraggio e determinazione. Dieci anni fa, mentre lavorava come giardiniere, ha toccato dei cavi elettrici e ha subito una scarica da 18 mila volt. Il risultato è stato l'amputazione del braccio destro. Ma Alessandro non si è mai arreso. "Perdere un braccio non è uno scherzo, ma la vita non finisce lì. Devi credere nella tua rinascita, devi fregartene dei giudizi, di chi ti guarda con pietà", racconta.
Domenica scorsa, la squadra di Alessandro, la Valdadige, si è trovata senza portieri disponibili. Il mister ha allora chiesto ad Alessandro se si sentiva di provare a difendere la porta. "Ci ho pensato un attimo, poi ho detto sì", racconta Alessandro. E la sua prestazione è stata sorprendente: non solo la partita è finita a reti inviolate, ma a 3 minuti dalla fine Alessandro è riuscito a parare una punizione dal limite all’incrocio dei pali.
"Quando è finita la partita, tutti dagli spalti si sono messi ad applaudire e anche gli avversari sono venuti a congratularsi con me. Credo sia stato un bellissimo momento di sport, perché tutti hanno compreso il valore di ciò che era successo in campo", racconta Alessandro con emozione.
Alessandro Pighi è un esempio di resilienza e coraggio. Nonostante le difficoltà, non ha mai smesso di credere in se stesso e nelle sue capacità. Il suo messaggio è chiaro: "Non mollare di fronte alle difficoltà, credi nelle tue capacità e apriti agli altri". E a chi gli chiede cosa farà in futuro, risponde con un sorriso: "Mi hanno chiesto se voglio provare il Sitting Volley. E io mi sono detto: perché no?".
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