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Chiesto l’ergastolo per Turetta

Il pm ha ricostruito la cronologia dell’omicidio di Giulia Cecchettin. Contestata la premeditazione: “Filippo poteva evitare il delitto”

Chiesto l’ergastolo per Turetta

Gli occhi di Filippo Turetta, in aula accusato di omicidio.

Questa mattina il pubblico ministero di Venezia Andrea Petroni ha chiesto la condanna all'ergastolo per Filippo Turetta, al termine della requisitoria del processo per l'omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto tra il 10 e l'11 novembre 2023. Consegnando una memoria scritta, il magistrato ha ricostruito in due ore e mezza la cronologia dei fatti, negando i possibili elementi difensivi, davanti alla Corte d'Assise.

In particolare, il magistrato ha sostenuto come Turetta, 23 anni a dicembre, più volte non abbia detto la verità, che abbia avuto tutte le possibilità di dirla e un'educazione tale da poter evitare il delitto. Per Turetta, ha aggiunto, anche per la giovane età ci sarà la possibilità di un'attenuazione futura. "Immaginate cosa significhi essere silenziati, lo scotch sulla bocca, la pressione sulla bocca, i 25 tagli sulle mani, le ferite, le urla: la crudeltà", ha affermato il pm Petroni. La pubblica accusa ha quindi spiegato l'aggravante della crudeltà contestata a Turetta.

Secondo l'autopsia, sono stati 75 in totale i colpi inferti alla ragazza, "lesioni inferte con una certa violenza, ferite da difesa prodotte quando chi le subisce è vigile, in tre luoghi e tre momenti diversi". "Le lesioni mostrano l'evidenza di una particolare brutalità - ha evidenziato -. Lesioni sulle spalle, anche di diversi centimetri". E le ferite di cui "una sulla nuca: tutte le altre sono concause, ma quelle senza le quali l'evento non si sarebbe verificato, sono quelle alla nuca". "Turetta aveva tutte le possibilità e gli strumenti culturali per scegliere. Andava a scuola, in quelle che frequentano anche i vostri figli, si stava per laureare. Turetta è a credito, non è tra chi non ha mai avuto una chance o ha conosciuto la sopraffazione", ha aggiunto. Petroni ha poi evidenziato come nei giorni antecedenti al delitto, ovvero tra il 7 e l'11 novembre 2023, il 22enne abbia stilato la lista degli acquisti da fare per il delitto, contestando l'ipotesi di un rapimento di Giulia.

Ha puntualizzato il costante aggiornamento della lista, compreso il giorno dell'omicidio, quando si preoccupava, per i giorni seguenti, di far sparire tracce informatiche, modalità di individuazione della sua posizione durante la fuga, nonché il fatto di essere riuscito a nascondere il corpo di Giulia, alle tre di notte, in un anfratto della roccia difficilmente raggiungibile, e che rientrava tra i vari luoghi occulti cercati in internet. Contestata dal pm anche la presunta volontà suicidaria di Turetta, in base a visite psichiatriche fatte tra settembre e ottobre 2023, ma anche perché fin dal suo arresto in Germania era parso evidente che non ne manifestasse le intenzioni. Per il rappresentante della pubblica accusa è chiara la premeditazione, così come l’aggravante dello stalking “con le richieste ossessive di Turetta di stare sempre seduti vicino, di non uscire con tizio o caio, le sfuriate quando Giulia non rispondeva al telefono”.

E ancora: “Ci sono dei principi di violenza fisica, ci sono le minacce di presentarsi quando s'incontrava con le amiche. Giulia già ad ottobre del 2022 dichiara di avere paura, lo ribadisce a ottobre 2023 in un messaggio 'mi spaventi, tu ti comporti come uno psicopatico, inizi a farmi paura. Dopo la laurea farò quel che voglio’. Ma nemmeno un mese dopo Giulia era morta.

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