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Il giallo

Ucciso a 80 anni e chiuso nell'armadio: il coinquilino confessa l'omicidio

Alessio Battaglia ha ammesso di aver ucciso Franco Bergamin a Limena, ma sul caso restano molti interrogativi aperti.

Delitto di Limena: la confessione di Alessio Battaglia e i misteri irrisolti

Alessio Battaglia, 41 anni, con Franco Bergamin, 80

Alessio Battaglia, 41 anni,  ha confessato l'omicidio di Franco Bernardo Bergamin, 80enne di Limena che qualche giorno fa è stato trovato morto e chiuso nell'armadio della sua abitazione, all'interno di due sacchi neri. Il 41enne, che si era reso irreperibile, è stato fermato ieri mattina, 7 marzo, nella casa della compagna, a Monfalcone, e nelle ore successive è crollato di fronte all'interrogatorio degli inquirenti, ammettendo il delitto. E' stato quindi fermato con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere.

Battaglia, come detto, è stato fermato a Monfalcone, dove si era rifugiato a casa di un amico. Grazie alle celle telefoniche, i carabinieri sono riusciti a rintracciarlo e a portarlo a Padova per essere interrogato. Durante l'interrogatorio, Battaglia ha ammesso di aver avuto un alterco con Bergamin la sera del 22 febbraio, culminato in una spinta che avrebbe fatto cadere l'anziano. Tuttavia, la confessione non chiarisce del tutto le circostanze della morte. L'autopsia ha rivelato la rottura dell'osso del collo di Bergamin, ma le cause esatte restano ancora da determinare. Gli inquirenti stanno valutando se la frattura sia avvenuta durante la colluttazione o in un momento successivo, quando il corpo è stato nascosto nell'armadio.

Il ritrovamento del corpo di Bergamin ha sollevato ulteriori domande. L'anziano era avvolto in sacchi neri dell'immondizia, con le caviglie legate da fascette da elettricista, e nascosto in un armadio chiuso con dello scotch. La stanza in cui è stato trovato era in disordine e piena di rifiuti, ma vi erano anche boccette di profumo aperte, probabilmente per mascherare l'odore della decomposizione. Questi dettagli suggeriscono una certa premeditazione o almeno un tentativo di occultare il crimine, sollevando dubbi sulla versione dei fatti fornita da Battaglia.

Le motivazioni che hanno portato alla lite tra Battaglia e Bergamin non sono ancora chiare. Una delle ipotesi più plausibili è che Battaglia volesse dei soldi dall'anziano. Non si esclude che potesse avere l'intenzione di fingere che Bergamin fosse ancora in vita per continuare a ritirare la sua pensione. Questo scenario, se confermato, aggiungerebbe un ulteriore livello di complessità al caso, trasformando un alterco finito male in un piano più articolato e sinistro.

Secondo quanto raccontato da Battaglia, l'omicidio sarebbe avvenuto al termine di un diverbio tra i due. "Non ero in me", avrebbe detto l'uomo agli inquirenti, ammettendo di aver colpito l'anziano. Questa  mattina è previsto l'interrogatorio di garanzia per la convalida del fermo di Battaglia. Questo appuntamento potrebbe rivelarsi cruciale per chiarire ulteriormente i dettagli del caso e per stabilire se la versione fornita dall'accusato regge di fronte alle evidenze raccolte dagli inquirenti. 

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