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Il caso

Usano lo schwa in un articolo: la preside censura il giornalino scolastico

La dirigente ha intimato la rimozione del simbolo, chiedendo di usare maschile e femminile: divampa la polemica.

la polemica dello schwa: il caso del liceo artistico Selvatico di Padova

Al liceo artistico Pietro Selvatico di Padova, la richiesta della preside di rimuovere lo schwa da un articolo del giornalino studentesco "Wild Times" ha acceso le polveri di una polemica che ha travalicato le mura scolastiche, coinvolgendo studenti, politici e l'opinione pubblica.

La questione ha avuto inizio quando la preside Giovanna Soatto ha chiesto di eliminare l'uso dello schwa, un simbolo linguistico neutro, da un articolo scritto da un'ex alunna per il giornalino della scuola. L'articolo, che trattava delle esperienze post-diploma, utilizzava il termine "student*" per rivolgersi ai lettori, una scelta che la preside ha definito una "forzatura" non necessaria e potenzialmente divisiva. "Il linguaggio della scuola deve poter parlare a tutti, non solo alla comunità queer", ha spiegato Soatto, sottolineando che la lingua italiana è già inclusiva di per sé.

La decisione della preside non è stata ben accolta dagli studenti, che hanno visto in essa un attacco alla loro libertà di espressione. In una lettera aperta, la redazione del Wild Times ha espresso il proprio disappunto, affermando che una scuola libera e aperta dovrebbe promuovere la crescita attraverso l'espressione personale. La questione ha rapidamente guadagnato l'attenzione della comunità studentesca padovana, con Sophie Volpato, rappresentante della Rete Studenti Medi, che ha sollevato un interrogativo significativo: "Se perfino la Cassazione ha tolto madre e padre dai documenti dei minori per non essere discriminatoria, perché non si può usare una vocale neutra?"

La polemica non si è fermata ai confini scolastici. Anche la parlamentare del Partito Democratico, Rachele Scarpa, ha espresso il suo sostegno agli studenti, annunciando un'interrogazione parlamentare sull'accaduto. Scarpa ha lodato la redazione per la loro reazione coraggiosa, definendo la richiesta della preside un atto di censura e ribadendo che il giornalino è nato per dar voce a tutti, non per omologare il pensiero.

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