VOCE
Umbria
26.04.2017 - 17:00
ASSISI – Un piccolo borgo che ha cambiato per sempre la storia della Chiesa, culla di due santi simbolo della povertà e dell’amore: San Francesco e Santa Chiara. Ad Assisi ogni edificio, ogni pietra è intrisa di spiritualità e di un senso di raccoglimento che invita i visitatori, anche quelli più frettolosi, a fermarsi per contemplare la bellezza del luogo.
La meta che ogni anno attira migliaia di turisti e pellegrini è senza dubbio la Basilica di San Francesco, un capolavoro dell’arte gotica francescana costruito su tre diversi livelli. La Basilica superiore, con la facciata a capanna impreziosita dal grande rosone, ospita al proprio interno uno dei cicli di affreschi più famosi dell’arte italiana, firmato da Giotto e raffigurante le scene più significative della vita del fraticello di Assisi. Nelle pareti del transetto, inoltre, è possibile ammirare l’immagine in negativo della grandiosa crocifissione dipinta da Cimabue.
La Basilica inferiore, invece, grazie alla volta ribassata, suggerisce un’atmosfera di preghiera e raccoglimento proprio di fronte alla cripta, il luogo più buio e spoglio dell’intera chiesa, in cui sono conservate le spoglie del santo.
Non meno interessante è la Basilica di Santa Chiara, dove sono custodite alcune reliquie della monaca e il Crocifisso che parlò a San Francesco, chiedendogli di “ricostruire la sua casa”, intendendo non tanto quella di mattoni, ma la chiesa viva, fatta di persone che all’inizio del Duecento era minacciata dalla corruzione e dal malcostume.
La cattedrale di San Rufino ospita invece la fonte in cui, secondo le credenze popolari, venne battezzato, oltre a San Francesco e Santa Chiara, un altro personaggio storico di spicco: Federico II di Svevia.
L’itinerario sulle orme dei due santi di Assisi prosegue all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli, dove è racchiusa la chiesetta della Porziuncola costruita dal frate che qui amava raccogliersi in preghiera. Un’ala dell’edificio sacro ospita il roseto in cui, secondo la leggenda, Francesco si gettò per espiare i peccati commessi prima della sua conversione. Ma non venne punto: al contato con il suo corpo, le rose persero miracolosamente tutte le spine, di cui ancora oggi sarebbero prive.
Anche la chiesa di San Damiano, incastonata sul fianco di una collina e circondata di ulivi, merita una visita perché qui il fraticello compose il famoso Cantico delle Creature. Ma per godere di una vista incantevole sul paesaggio circostante, il posto migliore è l’Eremo delle Carceri, ai piedi del Monte Subasio, dove Francesco si rifugiava a pregare. Anche la Rocca Maggiore non è da meno: il castello medievale offre infatti panorami da cartolina, che vale la pena contemplare se avete due giorni a disposizione per la visita di Assisi.
Dopo l’escursione fuori dal borgo, è bello tornare a immergersi nelle sue vie strette e colorate per dare un ultimo saluto alla città gettando uno sguardo al millenario Tempio di Minerva, un luogo di culto pagano successivamente adibito a tribunale e carcere e prima di essere trasformato in una chiesa.
Anche una tappa in un ristorantino tipico è d’obbligo per assaggiare alcune prelibatezze: dagli “umbricelli”, gli spaghetti fatti a mano e serviti con il tartufo, alle castagnole inzuppate nel miele.
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