Fumata nera sulle nomine per il cda

Fumata nera e stallo riconfermato. Nulla di fatto all’assemblea dei sindaci di ieri pomeriggio, che avrebbe dovuto individuare i tre nomi per il nuovo cda di Ecoambiente. Fumata nera L’assemblea del Consiglio di bacino, diretta da Gino Alessio, si è sciolta dopo tre ore aggiornandosi per giovedì prossimo, ultimo giorno utile per l’indicazione dei componenti del cda. Che però, stando così le cose, non saranno nominati visto che il commissario Rsu Tugnolo continua a sostenere che il cda dovrà essere rinnovato solo nel marzo 2019. Il muro contro muro quindi non si è sgretolato, e ieri alla fine la riunione è stata aggiornata anche per la venuta meno del numero legale. Alcuni sindaci infatti stanchi di continui conciliaboli e parole, se ne sono andati visto che non si sarebbe giunti a nessuna conclusione.

I nomi Tutto rimandato a giovedì prossimo quindi, in questo modo sindaci e partiti politici avranno più di due giorni di tempo per tentare mediazioni e trattative. I nomi in campo, infatti, sono tanti per i tre posti disponibili. Ieri mattina l’ultima candidatura, quella di Alice Casetta, attuale componente del cda. E proprio questa proposta secondo alcuni avvalora la tesi che il cda in carica è ormai alla fine (altrimenti perché candidarsi se ci fossero ancora sei mesi di mandato?). Gli altri nomi in corsa sono Giancarlo Lovisari, proposto dal sindaco di Rovigo. Michela Bacchiega e Stefano Borile, proposti dal Pd. Lorenzo Feltrin proposto da Occhiobello, Nicola Marinelli di Porto Viro, e poi i nomi del centrodestra, Marco Trombini e Antonio Schiro. Troppi nomi per tre posti che innescano la ricerca di accordi e mediazioni.

Operazione Pd-Fi E visto che il centrodestra in questo momento appare spaccato, con la Lega che punta su Schiro e Forza Italia su Trombini, ecco che si profila un tentativo di dar vita ad un asse tra Pd e Fi, con le segreterie provinciali impegnate a disegnare un meccanismo che permetta di trovare una sintesi sui nomi per il cda (servono gli ok di 30 sindaci e 600 quote) e allo stesso tempo aggirare il niet di Tugnolo.

L’operazione, si dice nei corridoi della politica, porterebbe i voti dei sindaci di area Pd e Fi sul ticket forzista Casetta-Trombini (in questo caso il passo indietro sarebbe della dem Bacchiega) che assieme a Lovisari, scelto dal sindaco di Rovigo, andrebbe a comporre la terna di nomi. In questo modo la Casetta potrebbe dimettersi, assieme ad un altro dei due componenti dell’attuale cda, facendo così venir meno il muro di Tugnolo che a questo punto sciolto il cda si troverebbe la strada spianata per le nomine. Certo si tratta di un’operazione non facile, ma l’aria che gira in queste ore è questa.

Scintille Alla riunione di ieri Tugnolo ha ribadito i motivi che lo spingono a sostenere la durata dell’attuale vertice fin a marzo. E non sono mancate le frizioni, come quella, accesa, fra Tugnolo e il sindaco di Crespino Angela Zambelli (poi c’è stato il chiarimento). Alla fine, caduto il numero legale, e senza il classico ragno uscito dal proverbiale buco, la decisione di rimandare tutto a giovedì. Con il rischio che, restando il muro contro muro, alla fine la parola possa passare al tribunale. Ma prima scenderanno in campo le diplomazie politiche per cercare quella soluzione che fino ad ora non è arrivata. Domani intanto l’assemblea di Ecoambiente è confermata, anche se senza l’indicazione dei nomi per il cda non potrà decidere alcunché.