VOCE
ROVIGO
11.12.2019 - 20:38
Un inserviente punta il bastone della scopa su una degente
"Maltrattavano gli ospiti della struttura collocati presso il reparto arancione, soggetti non autosufficienti, con violenza fisiche, quali percosse, offese, minacce, altri atti denigratori e lesivi della dignità umana, nonché attraverso omissioni dei propri doveri di assistenza". E' il passaggio centrale del capo di imputazione confermato, all'esito delle indagini preliminari, dalla Procura di Rovigo, nella persona del sostituto Maria Giulia Rizzo, a carico di nove tra dipendenti e inservienti Iras, che avrebbero maltrattato anziani ospitati nel reparto dedicato ai non autosufficienti. Persone, precisa la Procura, assolutamente non in grado di difendersi.
Lo scandalo era esploso, sull'Istituto rodigino di assistenza sociale, la casa di riposo del capoluogo, ad agosto, quando il personale della squadra mobile della questura di Rovigo, guidato dal commissario capo Gianluca Gentiluomo (LEGGI ARTICOLO), aveva raccolto elementi, anche tramite intercettazioni audio e video, sulla base dei quali la Procura aveva chiesto e ottenuto, dal giudice per le indagini preliminari, nove misure cautelari, consistenti nel divieto di svolgere la propria attività professionale di dipendenti di strutture sanitarie. Destinatarie dei provvedimenti, sette oss e due inservienti. Misure in seguito, comunque, decadute.
Numerosi gli episodi alla base della corposa ordinanza che era stata emessa dal giudice. Uno più allucinanti, tra quelli contestati dall’accusa, sarebbe avvenuto il 16 giugno scorso. Una anziana si lamenta per i metodi bruschi con cui viene trattata. Le due operatrici sanitarie, allora - secondo questa ricostruzione dei fatti - la sollevano con l’apposita apparecchiatura utilizzata per l’alzata. Poi dirigono il sollevatore verso la finestra, aperta. Fingono di lasciare la degente sospesa nel vuoto. Intanto ridono, la scherniscono: “Sai che volo fai da qua, arrivi direttamente a casa”. Rispondendo, così, alle lamentele dell’anziana non autosufficiente, che chiedeva, appunto, di tornare a casa.
Il 15 luglio - sempre secondo le ricostruzioni alla base del quadro accusatorio - in serata, una anziana si sporca di pipì. Chiede a lungo aiuto e assistenza, nessuno risponde. Alla fine, riesce a togliersi pantaloni e i due pannoloni da sola, li lascia cadere a terra e si avvolge nelle coperte. Quando le due oss finalmente arrivano, prendono i pannoloni, li lanciano nel letto dove riposa la donna e se ne vanno ridendo. Solo dopo ore l’anziana sarà cambiata.
Ora, con la chiusura delle indagini preliminari, la Procura notifica agli indagati che, a suo avviso, l'impianto investigativo appare fondato. Starà ora alle difese decidere se domandare interrogatori, depositare memorie o avanzare altre istanze. Dopo di che, toccherà di nuovo alla Procura valutare se chiedere o meno il processo a carico degli indagati.
Commenti all'articolo
Lorybull
12 Dicembre 2019 - 13:43
…. e … come al solito … non gli verrà fatto nulla .., nessun provvedimento … e poi … visto che non si vuole nemmeno più permettere di mettere le telecamere per filmare certi abusi … come la mettiamo … ??? … i soldi presi dalla struttura per la "non autosufficienza", dei pazienti … maa … non diventa poi "truffa" …. ??? … quella "sorte", di persone , vanno rimosse da questo lavoro , care le nostre istituzioni, perché se non sono portate per accudire queste persone deboli , se ne vadano in fabbrica … ok …. ???
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