“Entro il 31 marzo stop alle auto in piazza Merlin. Arriva il varco".
Teatro comunale
02/06/2018 - 20:02
Pienone in teatro comunale per le “Nozze di Figaro” di Mozart, una produzione del conservatorio Buzzolla, in collaborazione con Bancadria, con il coinvolgimento delle classi di canto dei docenti Bruno Praticò e Roberto Scaltriti, direttore d’orchestra Ambrogio De Palma; maestro del cembalo Giulia Bergo; regia, scene e costumi Primo Antonio Petris; realizzazione costumi Giulia Zuolo con la collaborazione dell’Opera accademy di Verona; luci e video a cura di Sz sound service.
Applausi scroscianti e prolungati, tuttavia è mancato il bis finale perché artisti e pubblico erano esausti per il calmo bestiale e non vedevano l’ora di prendere una boccata d’aria.
Subito gli occhi puntati sul maestro De Palma, il quale ha impartito all’orchestra soavità, leggerezza e leggiadria. “Solo uno scanzonato e scoppiettante come lui - osserva Cesare Lorefice, referente culturale del Cada - poteva far sua quest’opera alla maniera di ‘Amadeus’, film ‘irriverente’ di Milos Forman, vincitore di due oscar, che pure è riuscito a compenetrare bene lo spirito del folletto di Salisburgo, grazie a cantanti tutti giovani ma talentuosi, destinati a sicuro successo, magistralmente istruiti dal maestro Praticò celebre basso di fama mondiale, docente di canto al Buzzola che ha recitato e cantato nella parte di don Bartolo”.
Inoltre, secondo Lorefice “una vera rivelazione è stato il baritono Alfred Ciavarrella, conte dalla voce calda, potente, ma tenuta, controllata, ben intessuta e ricca di sfumature cromatiche e tratti drammatici, degna di un Macbeth che sente il potere sfuggirgli di mano. Una sorpresa la contessa Biancamaria Tivelli, dalla voce suadente, piena negli acuti e sfumata nei bassi, bravo anzi bravissimo il Figaro di Federico Scaramuzza, sicuramente pronto per Rossini, per non parlare dei gorgheggi di Flavia Del Giudice impareggiabile Cherubino. Mirabolante la regia con scene e costumi di Petris e la trovata geniale dell’attrice narrante Loretta Bonamente che irrompe in scena a dialogare con il direttore d’orchestra e il pubblico a dimostrare che rappresentazione scenica e letteraria spesso prevaricano la realtà, qui rappresentata in costumi stravaganti ma belli, realizzati da Giulia Zuolo con un netto richiamano ad ‘Alice nello specchio’: lo specchio che rispecchia ma distorce, che sicuramente farà alzare la voce ai cosiddetti puristi. Una nota extramusicale: piazza Cavour era chiusa al traffico, così, sia pure spoglia e dall’aspetto deserto, si è trasformata in un suggestivo androne d’ingresso al teatro. Più che le auto, senza un po’ di arredo urbano.
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