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Giulia, il nome di due tragedie

Messaggio all’associazione: “Continuate a condividere esperienze e a sostenervi reciprocamente”

Giulia, il nome di due tragedie

Momenti pieni di emozioni, minuti lunghi come un’eternità nel condividere dolore e commozione quando la perdita di una persona cara rischia di far perdere il senso stesso della vita, ognuno con il proprio bagaglio di disperazione da scaricare per riabbracciare la speranza: è quanto accaduto nella sede dell’associazione Dont’ forget me, blindatissima per l’occasione, con l’arrivo di Gino Cecchettin.

Il papà, suo malgrado, più noto d’Italia per la drammatica vicenda della figlia Giulia, barbaramente e selvaggiamente uccisa dal fidanzato Filippo Turetta a soli 22 anni. All’incontro era presente anche una mamma che ha vissuto lo stesso tremendo e inconsolabile dolore cinque anni fa: Moira, la madre di un’altra Giulia, l’adriese Lazzari, anche lei barbaramente e selvaggiamente uccisa dal marito Roberto Lo Coco, all’età di 23 anni e lasciando una figlioletta in tenerissima età. L’incontro è stato coordinato dalla psicologa Valentina Baio.

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Gino Cecchettin ha incontrato i soci del sodalizio guidato da Marco Santarato e subito ha colpito per la semplicità, l’umanità e la dignità nel vivere il proprio dolore, sapendo che nel giro di due anni ha perso la moglie e una figlia. Don’t forget me è un’associazione partita un anno e mezzo fa e riunisce persone che hanno perso, in età prematura, una persona cara e desiderano condividere un percorso per trasformare quel dolore in aiuto per gli altri.

Erano presenti i consulenti tecnici dell’associazione: Luciano Finotti, Katia Mattiazzi e Alberto Menardi. Al termine, il gruppo si è spostato in una nota pizzeria del centro per un momento conviviale e di condivisione.

“La serata è stata un momento di confronto importante tra genitori e familiari, con Gino come figura nota, ma presente in qualità di genitore che ha perso una figlia” ha commentato a fine serata una mamma socia dell’associazione. “Molti partecipanti all’incontro, hanno apprezzato il suo modo di elaborare il dolore e il suo desiderio di far riflettere le persone su situazioni di vita simili”.

Luciano Finotti, nel suo intervento, ha fatto un bilancio delle attività degli ultimi otto mesi dell’associazione, evidenziando la crescita empatica del gruppo e l'importanza dell’interazione spontanea tra i partecipanti.

“Il senso di queste serate è quello di condividere il dolore per sentirsi meno soli” ha sottolineato un’altra mamma socia dell’associazione

Gino Cecchettin ha ringraziato tutti “per avermi accolto nella famiglia di Don’t forget me, esprimendo la propria gratitudine e incoraggiando i membri a vivere la vita nel migliore dei modi, nonostante tutto” sottolineando “l'importanza di continuare a condividere esperienze e a sostenersi reciprocamente”.

Roberto, referente dell’associazione Penelope, ha evidenziato la necessità di portare nelle scuole testimonianze di vita come quelle dei soci di Don’t forget me, per sensibilizzare i giovani e insegnare loro ad ascoltare e comprendere il valore della vita e della solidarietà.

Il presidente Marco Santarato, nel fare il punto sulla collaborazione dei consulenti tecnici che hanno fornito supporto volontariamente, ha ricordato gli obiettivi dell’associazione: borse di studio per studenti di scienze infermieristiche “sono coloro che assistono chi ne ha più bisogno”. Un'altra mission dell’associazione è il trasporto dei pazienti di oncologia pediatrica e alcune iniziative mirate ad esaudire i desideri dei piccoli pazienti del reparto.

Per informazioni e aggiornamenti sulle attività dell’associazione, consultare la pagina Fb Dont’ forget me odv.

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