VOCE
IL CASO
25.12.2025 - 17:56
Un giovane daino che attraversava ogni giorno le vigne, è stato ferito con un'arma da fuoco e lasciato agonizzante. A più di un anno dai fatti di Battaglia Terme, il fascicolo sul daino ferito e lasciato agonizzare nel Parco dei Colli Euganei è stato archiviato. Ma la vicenda, invece di chiudersi, si riapre nel dibattito pubblico: il Movimento Centopercentoanimalisti contesta duramente la decisione del giudice e chiede alla Procura di Padova di tornare a indagare.
L’episodio risale alla notte tra il 2 e il 3 settembre 2024, in via Cataio, a Battaglia Terme, nel territorio del Parco Regionale dei Colli Euganei. Intorno alle 7.30 del mattino, il figlio del proprietario di un terreno agricolo vicino all’agriturismo Il Melograno trova un daino in fin di vita, all’interno della vigna, con una zampa gravemente ferita. Avvisati i carabinieri, all’arrivo delle pattuglie per l’animale non c’è più nulla da fare: i militari constatano il decesso e accertano che era stato colpito da arma da fuoco, verosimilmente una doppietta. Secondo una prima ricostruzione, il colpo sarebbe partito durante la notte, probabilmente dall’esterno della proprietà privata; l’animale, ferito, avrebbe cercato riparo tra i filari, dove è rimasto per ore. «Passeggiava qui ogni giorno, lo vedevo sempre», raccontava allora Roberto, proprietario del terreno. "Ormai i cacciatori fanno quello che vogliono". Parole che hanno contribuito ad accendere l’attenzione su un episodio già di per sé grave per modalità e contesto: un parco regionale, una proprietà privata, un ungulato colpito e lasciato agonizzare.
Già nelle prime fasi dell’indagine era emersa l’ipotesi che a sparare potesse essere stato un selecontrollore, figura autorizzata dal Parco Colli Euganei per interventi mirati, in particolare sul contenimento dei cinghiali. Su questo snodo si concentra oggi la denuncia del Movimento Centopercentoanimalisti, che ha presentato opposizione all’archiviazione.
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