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IL CASO
16.05.2020 - 11:27
Al posto di libri e biglietti per mostre, concerti musei, con i bonus cultura di 500 euro molti neo diciottenni hanno acquistato a man bassa playstation, videogiochi e smartphone. I finanzieri della Compagnia di Jesi, coordinati dalla Procura della Repubblica di Ancona, ne hanno individuati 2.503, residenti in quattordici regioni d'Italia, nell'ambito di un'indagine denominata operazione "18APP". Tutti sono accusati di aver fruito illegalmente nel 2017 e 2018 dello specifico bonus cultura grazie ad una azienda che permetteva il raggiro della legge.
L'importo complessivo della frode, perpetrata nell'arco dei due anni 2017 e 2018, è stato ricostruito in 939.000 euro. A pagare non sarà solo l'azienda che si è resa responsabile della vendita, ma anche i giovani che hanno usufruito impropriamente del bonus. Si sono resi responsabili della violazione amministrativa prevista dal secondo comma dell'articolo 316 ter del codice penale, che prevede il pagamento di una sanzione pari al triplo dell'importo indebitamente utilizzato.
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