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ROVIGO - CASO PISCINE
13.06.2019 - 14:10
Il polo natatorio di viale Porta Po
Il giudice non ha disposto la provvisoria esecutività del decreto ingiuntivo chiesto e ottenuto da Unipol nei confronti del Comune di Rovigo per oltre 6 milioni di euro. Non solo: il giudice, nel medesimo provvedimento, auspica anche un accordo tra le parti. "Una ottima notizia", commenta il neosindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo, sottolineando come, ora, vi sarà più tempo per potere lavorare a una soluzione definitiva dell'annoso contenzioso, le cui premesse sono state poste anche dal commissario prefettizio, nel corso della sua reggenza.
La questione riguarda la convenzione a suo tempo stipulata dal Comune per la realizzazione del nuovo polo natatorio di viale Porta Po. Quello, per intenderci, oggi esistente e che ha sostituito la "vecchia" piscina di viale Porta Adige. Per la realizzazione dell'impianto, infatti, venne stipulata una convenzione con una serie di soggetti privati, imprenditori. Questi, secondo l'accordo, avrebbero realizzato l'opera, finanziata tramite un mutuo da loro contratto con Unipol, ottenendo in cambio l'area edificabile dell'ex piscina, in viale Porta Adige, e la gestione per un periodo di 25 anni del nuovo polo natatorio.
Una clausola, però, prevedeva che, qualora le rate del mutuo con Unipol non venissero onorate regolarmente dai privati, sarebbe intervenuto il Comune. Con un meccanismo che si chiama surroga. E' per questo che Unipol, che ritiene, quindi, di essere in credito per oltre 6 milioni di rate non pagate, ha deciso di agire contro Palazzo Nodari.
A complicare ulteriormente il quadro ha pensato anche il fallimento di Veneto Nuoto, la società formata dai privati sottoscrittori della convenzione, con l'avvio delle procedure del caso. E proprio di fronte all'interno della procedura fallimentare, di fronte al giudice fallimentare, si sta lavorando per cercare l'accordo, al quale, come detto, ha già lavorato anche il commissario.
A quanto trapela, questa ipotesi dell'accordo prevederebbe un pagamento di 5 milioni di euro circa, comprendente anche la soluzione dell'annoso "Lodo Baldetti". Questa è una seconda controversia legata sempre alla vicenda del polo natatorio, ma distinta dai crediti vantati da Unipol per le rate non pagate. Tutto ruota, in questo caso, attorno al ritardo col quale il Comune avrebbe trasferito la proprietà del terreno dell'ex piscina di viale Porta Adige ai privati. Accumulando, stante una penale di 3mila euro al giorno, un debito - riconosciuto e certificato anche dal giudice di secondo grado, in attesa di una eventuale ulteriore impugnazione - di circa 1,4 milioni di euro.
In Comune, alla luce della conoscenza di queste due "spade di Damocle" sospese sulla città, la passata amministrazione, negli ultimi anni, aveva stanziato una somma che, a oggi, si aggirerebbe sui 9,3 milioni di euro. Chiaro, quindi, che chiudere entrambe le vicende a circa 5 milioni libererebbe una tesoretto fondamentale per la città.
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