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In Polesine la salmonella c'è eccome!

Sono arrivati i risultati delle analisi dell'Ulss: test positivi alla salmonella a Rovigo, San Martino e Rosolina

In Polesine la salmonella c'è eccome!

"Facendo seguito al comunicato del giorno 3 settembre 2019 si informa che in data odierna il laboratorio Arpav di Venezia ha trasmesso le analisi dei campionamenti effettuati in data 30 agosto 2019 dei tre campioni eseguiti nei comuni di Rovigo, San Martino di Venezze e Rosolina, evidenziando la presenza di salmonella", così la nota ufficiale dell'Ulss 5 Polesana che finalmente ha ricevuto le analisi dell'acqua dell'Adige dove nei giorni scorsi era scattato l'allarme salmonella ai confini del Polesine.

Sicuramente non può essere negato il fatto che, almeno per quanto riguarda la comunicazione, vi siano stati dei grossi problemi. Se venti minuti prima Acquevenete tranquillizzava la popolazione sull'acqua potabile negando l'esistenza dei risultati delle analisi in Polesine, probabilmente perché non ancora informati, (LEGGI ARTICOLO), venti minuti dopo l'allarme lanciato dall'Ulss: c'è la salmonella nell'Adige anche in Polesine. Un risultato che, chiaramente, ci aspettavamo tutti visto che era già stata trovata ad Anguillara (LEGGI ARTICOLO) ma anche nella nostra sponda dell'Adige a Cavarzere (LEGGI ARTICOLO). Insomma, il risultato avremmo potuto averlo già il 29 agosto ma qualcuno si sarebbe dimenticato di avvertire il Polesine.

"Tali superamenti sono stati comunicati ai sindaci dei comuni interessati suggerendo in via cautelativa di emettere idoneo provvedimento sindacale che vieti l’irrigazione per aspersione con le acque derivanti dal fiume Adige dei prodotti agricoli destinati ad essere consumati a crudo (frutta e verdura) - continua la nota dell'Ulss - In alternativa, qualora fosse necessario irrigare tali colture, dovranno essere utilizzate le metodiche per scorrimento e subirrigazione. Si sono ribadite le raccomandazioni trasmesse nella suddetta nota, inviata a tutti i sindaci in particolare: per i prodotti agricoli destinati a consumarsi a crudo (frutta e verdura), coltivati nei terreni irrigati con acqua proveniente dal fiume Adige, come da buona prassi igienico sanitaria, si ritiene necessario sensibilizzare la popolazione affinché prima del consumo vengano accuratamente lavati con acqua potabile. Si ricorda, infine, che gli operatori del settore alimentare primario, a seguito della valutazione del rischio, devono, se del caso, utilizzare acqua potabile o acqua pulita, ove necessario, in modo da prevenire la contaminazione dei prodotti primari, in particolare, come nella fattispecie, per quanto riguarda i prodotti agricoli da consumarsi a crudo".

"Si informa inoltre che sono già stati programmati nuovi controlli sui punti risultati positivi da parte di Arpav. Non appena in possesso di nuovi referti, gli esiti degli stessi saranno tempestivamente comunicati per l’eventuale revoca dei provvedimenti adottati. Tutte le azioni poste in essere sono state comunicate e concordate con la Direzione Regionale per la Prevenzione". 

L'allarme era scattato il 30 agosto, quando era emerso come, già il giorno precedente, i Comuni di Anguillara Veneta e Vescovana, dopo i risultati delle analisi, avessero disposto la sospensione dell'utilizzo per scopo irriguo delle acque dell'Adige, proprio alla luce della presenza, riscontrata nel corso delle analisi specifiche, di salmonella nel fiume Adige. I sindaci di San Martino di Venezze Vinicio Piasentini e di Lusia Luca Prando avevano immediatamente domandato chiarimenti, all'Arpav e, per conoscenza, all'Ulss, domandando come dovessero comportarsi, dal momento che le acque che bagnano i loro paesi sono esattamente le stesse che toccano Anguillara e Vescovana. Solo oggi, però, la risposta è arrivata. 

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