VOCE
PAPOZZE
17.01.2020 - 17:36
Per ora, regge la validità del provvedimento con il quale il Comune di Papozze ha detto "no", lo scorso ottobre, al progetto di realizzare, in un terreno non distante dal centro, affacciato sulla strada regionale 33, una centrale per produrre biometano. Un progetto che non ha mai incontrato il favore della cittadinanza, come emerso dall'incontro dello scorso settembre, che aveva visto i residenti estremamente perplessi (LEGGI ARTICOLO).
Il principio di funzionamento dell'impianto è semplice: il biometano dovrebbe essere prodotto dalla fermentazione di materiali organici, secondo un procedimento che in Nord Europa viene utilizzato da anni, con risultati estremamente soddisfacenti. La centrale a biometano dovrebbe essere alimentata, su base annua, da 19mila tonnellate di pollina, ossia di deiezioni di polli, 14mila di deiezioni bovine, 17mila di sorgo e triticale, colture che sarebbero finalizzate unicamente a questo impiego, e 6mila tonnellate circa di scarti di altre colture.
Tra i vari problemi ravvisati, e che aveva fatto storcere il naso anche a Coldiretti, tradizionalmente non contraria a priori a insediamenti di questo tipo, il fatto che quello di Papozze non avrebbe dovuto essere alimentato con gli scarti di altre colture, ma con prodotti di coltivazioni dedicate. A portare al diniego all'autorizzazione, in particolare, era stato il fatto che la zona risultasse destinata ad altro uso, dal punto di vista urbanistico. Per il terreno sul quale sarebbe dovuta sorgere la centrale, infatti, era stata originariamente pensata una vocazione "per la trasformazione del prodotto agricolo ed alimentare destinato alla lavorazione e alla sua commercializzazione".
Contro questa decisione aveva presentato ricorso la proponente, ossia Valsugana Green Energy, che aveva chiesto, nell'attesa del giudizio di merito, di sospendere l'efficacia del provvedimento impugnato. Una istanza che i giudici amministrativi hanno rigettato, avanzando anche pesanti dubbi sulla possibilità di accogliere, nel merito, il ricorso. "Ad un primo e sommario esame - scrivono infatti - proprio della fase cautelare, il ricorso non appare sorretto da sufficienti prospettive di un esito favorevole, in quanto il capo di motivazione che fa riferimento alla specifica destinazione dell'area appare sufficiente a sorregge la legittimità del provvedimento impugnato".
Una vittoria, quindi, per ora, del Comune di Papozze, rappresentato dall'avvocato Matteo Ceruti, componente della rete professionale Lpteam.
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