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ADRIA

Un anno fa chiudeva l'autodromo

Simoni attacca Barbierato: “Non ha saputo interloquire nel giusto modo per sbloccare la situazione”

Un anno fa chiudeva l'autodromo

Sono passati esattamente 12 mesi dall’improvvisa sospensione delle attività sportive e non solo all’autodromo Adria international raceway quando la mattina del 17 gennaio 2022 venne posto sotto sequestro l’impianto.

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Un autentico tsunami per l’economia locale. La notizia venne accolta in un primo momento con incredulità, subito dopo con disperazione pensando subito al danno economico che il territorio avrebbe subito. L’ex vicesindaco Federico Simoni parla si un giro d’affari nell’indotto sui 10 milioni di euro. Nelle settimane successive alla chiusura la città, soprattutto il mondo imprenditoriale, ha cercato di reagire mobilitandosi. Il sindaco Omar Barbierato ha cercato di attivarsi ma subito ha dato l’impressione di brancolare nel buio senza una strategia chiara. Ben presto, purtroppo, è calato il silenzio. Anzi una pietra tombale.

Sulla questione interviene ora, a un anno di distanza, proprio Simoni, esponente politico, ma anche grande appassionato di motori, lui stesso pilota e navigatore di rally.

“È trascorso un anno – ricorda – dal tardo pomeriggio di lunedì 17 gennaio 2022, ovvero il momento in cui furono posti i sigilli all’Adria international raceway: da allora l’autodromo è chiuso. Il circuito garantiva un flusso costante di presenze in ogni periodo dell’anno, soprattutto quando, durante l’inverno, non vi è la presenza di vacanzieri stagionali del mare”.

Entrando nel merito osserva che “tra i proprietari delle attività ricettive non solo di Adria, ma di tutto il Delta e oltre, c’è stato chi ha effettuato investimenti anche importanti a sei zeri per soddisfare questa clientela, tra l’altro con notevole capacità di spesa, che qui soggiornava più volte durante l’anno, investimenti che oggi non fruttano più nulla.

La struttura, infatti, garantiva un indotto annuale che era stato calcolato di oltre 10 milioni di euro, e che ora è andato completamente perso. Per rendere l’idea, una singola gara di karting internazionale calamitava, ogni volta, sul territorio adriese più di 250 persone, tra piloti e staff, che qui soggiornavano per circa una settimana generando un indotto che si attestava tra i 500mila e un milione di euro in un solo weekend”.

Simoni sottolinea anche il danno d’immagine che patisce la città senza l’autodromo. “Le attività che vi si svolgevano, facevano conoscere Adria anche al di fuori del territorio nazionale, addirittura fuori dall’Europa. Il marchio ‘Adria’, purtroppo, nonostante i blandi tentativi dell’amministrazione Barbierato per trovare un turismo alternativo che potesse colmare il vuoto lasciato dall’autodromo, non hanno prodotto alcun effetto realmente positivo”.

A questo punto un affondo nei confronti del sindaco civico. “Pur rispettando il lavoro e i tempi dell’autorità giudiziaria, bisognava trovare il modo di traghettare il circuito fino al momento in cui fosse giunta al termine l’attività dei curatori fallimentari, ma purtroppo questo non è stato fatto, lasciando, di fatto, la città priva di un importante attore economico e fonte di reddito per il territorio. Abbiamo assistito alla totale latitanza della principale istituzione politica locale, ossia il sindaco Barbierato che, a parte qualche sparuta dichiarazione di circostanza e poche vane promesse fatte anche davanti al partecipato incontro di un anno fa all’hotel Stella d’Italia, di fatto non ha mai interloquito nelle dovute maniere per provare a sbloccare la situazione".

"In altri territori, i sindaci si sono messi alla testa di un grande lavoro di squadra fatto di cittadini, imprenditori e istituzioni, per scongiurare chiusure o fallimenti, ovviamente tutelando l’interesse di tutti i soggetti in campo, diretti ed indiretti. Qui ad Adria, invece, il sindaco si è messo in disparte, aspettando il corso degli eventi senza prendere posizione e, soprattutto, senza prendere in mano la situazione, dimostrando di fatto la sua totale incapacità e inadeguatezza per proporre o trovare soluzioni sulla questione ‘autodromo’. E noi adriesi, siamo ancora qui ad aspettare”.

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