VOCE
CRONACA
20.12.2025 - 09:00
La battaglia contro il telemarketing selvaggio entra in una nuova fase. L’Agcom ha avviato una consultazione pubblica di 45 giorni per introdurre, a partire da febbraio 2026, i numeri brevi a tre cifre “certificati”, pensati per rendere finalmente riconoscibili le chiamate legittime di aziende, banche, assicurazioni e operatori telefonici. L’obiettivo è chiaro: più trasparenza per gli utenti e meno spazio a truffe e chiamate indesiderate.
Il cuore della novità è l’identificativo del chiamante. Oggi i numeri brevi possono essere usati solo per ricevere chiamate; con il nuovo sistema diventeranno anche un segnale chiaro per chi risponde. “L’obiettivo è identificare il soggetto che effettua la chiamata o invia un messaggio all’utente”, spiega la commissaria Agcom Laura Aria, sottolineando che la riforma punta a rafforzare la fiducia nelle comunicazioni commerciali autorizzate.
Un altro punto chiave riguarda l’origine delle chiamate. I numeri brevi saranno validi solo dall’Italia e assegnati a soggetti autorizzati che operano sulla rete nazionale. Questo significa stop alle chiamate dall’estero camuffate da numeri italiani, una delle tecniche più usate per truffare gli utenti e impersonare enti pubblici o istituti bancari.
La misura si inserisce in una strategia più ampia già avviata dall’Autorità. Dopo il blocco delle chiamate indesiderate dall’estero con numeri fissi italiani, e la successiva stretta sui numeri di cellulare, arriva ora un tassello decisivo. Il filtro anti-spoofing è obbligatorio per tutti gli operatori, su rete fissa e mobile, e funziona senza che l’utente debba fare nulla: niente app da scaricare, nessuna richiesta da inoltrare. L’onere tecnico ricade interamente sui gestori.
I primi numeri mostrano un impatto significativo. In una sola settimana, le chiamate mobili dall’estero con numeri italiani sono scese da 34,5 milioni a 7,1 milioni al giorno. Un crollo che dimostra l’efficacia dei filtri, anche se resta il problema delle chiamate con prefisso straniero, in aumento come effetto rimbalzo, e delle comunicazioni illecite via sms, VoIP e app di messaggistica.
Le nuove regole prevedono anche sanzioni più severe. Le società di telemarketing devono essere iscritte al Registro degli Operatori di Comunicazione (Roc): chi non lo fa entro 60 giorni dall’avvio dell’attività rischia multe fino a 50mila euro e il blocco operativo. L’obbligo vale non solo per i call center, ma anche per i soggetti terzi che si avvalgono dei loro servizi, con l’indicazione di tutti i numeri utilizzati, inclusi i numeri verdi.
Resta infine uno strumento fondamentale per i cittadini: il Registro pubblico delle opposizioni. Attivo dal 2018 e aperto ai cellulari dal 2022, consente di revocare gratuitamente i consensi alla pubblicità e bloccare a tempo indeterminato sia le chiamate con operatore umano sia le robocall automatizzate.
Con i numeri brevi certificati, l’Agcom punta a un cambio di passo: meno chiamate moleste, più riconoscibilità e controlli più efficaci. La partita non è chiusa, ma il filtro si fa sempre più stretto.
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