Rave party sulle rive del Brenta, a cui hanno preso parte diversi ragazzi polesani, fra le proteste dei residente e l'arrivo delle forze dell'ordine.
Erano circa mille, giunti al rave per una notte di musica, ballo e sballo. Fra i giovani finiti nei guai con carabinieri, Guardia di finanza e polizia, ci sono anche parecchi ragazzi polesani. Come tanti altri, provenienti da mezzo Veneto e da altre province del nord Italia, avevano raggiunto la riva del fiume Brenta per la megafesta non autorizzata, e che aveva fatto “campagna di reclutamento” attraverso i social network e il web.
A Campolongo, paese che sorge tra Chioggia e Venezia, la notte tra il 24 e il 26 aprile non è mai finita, la riva del Brenta si è trasformata in un una serie di bivacchi con un migliaio di ragazzi, quasi tutti fra i 20 ed i 30 anni, a ballare e bere. Musica altissima, sprigionata dalle casse allestite in fretta e furia, tanto da creare non poco disturbo alla popolazione che cercava di riposare nelle case vicine. E alla fine tanto degrado, sporcizia, bottiglie vuote. E resti di droga, anzi di droghe, perché sono emerse numerose dosi di Lsd, marijuana, siringhe.
Dopo le numerose segnalazioni nella notte, al rave sono piombati i carabinieri di Dolo, la polizia di Chioggia, pattuglie della Guardia di finanza, unità cinofile. Un blitz che ha portato gli agenti a controllare e individuare centinaia di giovani, molti dei quali in stato davvero “allucinato”. E così sono fioccate le denunce e le segnalazioni alla prefettura, per spaccio, per detenzione di sostanze stupefacenti, per guida in stato di ebbrezza.
Le forze dell’ordine hanno impiegato alcune ore per far defluire tutti i ragazzi dall’argine. Al rave c’erano anche parecchi giovani provenienti dal Polesine, messi in contatto con l’organizzazione della festa, che ha fatto tutto in maniera abusiva. Ancora da chiarire però se i polesani siano stati denunciati. Le indagini ancora aperte lo appureranno nei prossimi giorni.
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